Il viaggio emozionale è per persone attente, sensibili, amanti della vita stessa.
E' il superamento del viaggio in sé, riduttivamente inteso come semplice spostamento, da un luogo consono ad un luogo ameno.
Nell’immaginario collettivo "Il viaggio" per eccellenza magari può essere configurato come un’isola con spiagge bianche e palme, circondata dall’oceano.
Per altri è la città rutilante popolata da grattacieli scintillanti.
Per altri ancora è la visione di alture assolate, canyon, fiumi impervi o che scorrono lenti verso il mare.
Il concetto di viaggio emozionale è innanzitutto un viaggio anche dentro di sé, perché crea emozioni, ci permette di entrare in contatto con le realtà locali, della destinazione che abbiamo scelto.
Il viaggio allora non è arrivare ma coincide con l'esperienza stessa del viaggiare: si svolge lungo tutto il percorso, proprio in quanto generatore di emozioni che nascono dall’incontro con posti e persone. Siano esse altri viaggiatori o sia le attività che si svolgono nei luoghi vissuti.
Ne nascono sentimenti che ogni esperienza suscita e che sono il regalo più bello che porteremo a casa.
Nei nostri viaggi non esiste il turista: da consumatore diventa protagonista della propria storia, che è unica e irripetibile, perché scritta proprio e solo per e da lui.
Ogni "narrazione" di viaggio si arricchisce di partecipazioni e si snoda attraverso i luoghi e le storie degli altri.
Come ha scritto Marcel Prous: "L'unico vero viaggio, l’unico bagno di giovinezza, non è andare verso nuovi paesaggi ma avere altri occhi, vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è".